08 May
08May

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.... Ad un certo punto della mia vita ho sentito l’esigenza di rivolgere il mio affetto ad un cucciolo. In precedenza, nel corso della mia esistenza, non avevo mai sentito questa necessità, in quanto c'era sempre qualcosa a cui rivolgere la mia attenzione. Quando vivevo con i miei genitori e fino all’età di venticinque anni, la mia famiglia, composta da cinque persone, a periodi alterni, si era presa cura di diversi animali, tra cui cani, criceti, gatti, pesci rossi, arrivando nell’ultimo periodo ad avere, in un appartamento di neanche 90 metri quadrati, ben tre gatti ed un cane. poi, nei decenni successivi, l’esperienza di essere diventata mamma, mi aveva assorbita completamente. Inoltre, i miei suoceri e mia cognata che abitano nelle case adiacenti alla mia, hanno posseduto nel tempo rispettivamente un gatto e alcuni cani e, condividendo lo stesso giardino, questi animali un po’ ci appartenevano. Infine, per molti anni, fino al 2021, la nostra grande passione per i viaggi, spesso, ci aveva portato lontano da casa e perciò ritenevo inconciliabile il possesso di un animale con le nostre frequenti assenze da casa, dovute anche a motivi di lavoro. 

Una volta cresciuto nostro figlio e dopo aver intrapreso la maggior parte dei grandi viaggi che avevamo sognato ed anche i miei genitori erano venuti a mancare, provai l’implacabile desiderio di offrire le mie cure, accudire e amare qualcuno da vicino. Ci pensai a lungo, spesso mi sentivo annoiata e insoddisfatta, avevo bisogno di riversare le mie attenzioni su qualcosa di nuovo. Maturai così l’idea, della possibilità di adottare un animale. Dopo aver espresso il mio desiderio ai miei famigliari, la scelta comune, ricadde su un gatto, che a nostro vedere avrebbe dovuto essere un animale indipendente e non troppo impegnativo. Purtroppo la nostra attività lavorativa non si era ancora conclusa e quindi saremmo stati molte ore al giorno assenti da casa.  Cedemmo dunque anche noi al richiamo di un cucciolo da amare. 

Inizialmente le nostre ricerche del cucciolo erano orientate verso un gatto di razza. Questa scelta era motivata dal fatto che un gatto di razza, a quanto avevamo appreso, avrebbe potuto vivere tranquillamente all’interno delle mura domestiche, senza necessità di dover uscire e scontrarsi con i pericoli esterni. Dopo la visita ad un allevamento, ci convincemmo però che quella non sarebbe stata la scelta migliore per noi. Non volevamo un gatto costoso da imprigionare in casa come quelli che avevamo visto all’allevamento, pur con la consapevolezza che lasciando un gatto in libertà il rischio di pericoli legati alle automobili o di scontrarsi con animali aggressivi sarebbe stato inevitabile. Scartata dunque l’idea del gatto di razza, ci impegnammo nella ricerca di un cucciolo randagio che facilmente avrebbe potuto abituarsi alla vita all’interno e all’esterno dell’abitazione.

Fu così che dopo un’attenta ricerca, ci colpì un annuncio con la foto di un gattino dai colori bellissimi. Ricordo che la vista della sua foto fu per me un colpo di fulmine e me ne innamorai a prima vista. Per non lasciarcelo sfuggire prendemmo subito l’appuntamento per andare a vederlo e conoscerlo dal vivo. Io e mio marito Pietro eravamo molto emozionati perché di lì a poco sarebbe entrato nella nostra casa una nuova entità e la nostra famiglia sarebbe cresciuta. Non ci sentivamo molto preparati a questo nuovo evento e non avevamo nemmeno le attrezzature necessarie. 

Dunque la mattina del 18 maggio 2021 ci recammo nel paese, ad una quindicina di km da casa nostra, in cui si trovava il gatto. Al nostro arrivo, in giardino, c’erano un paio di gatti adulti ed un cane distesi a terra a sonnecchiare. Ma il gattino non c’era. Comprendemmo solo molto più tardi nel tempo, che quella sua assenza, lontano dalla mamma, fu il primo segnale, della sua indole un po’ selvaggia. Al che il proprietario ci disse che sarebbe andato a cercarlo addentrandosi in una boscaglia. Ritornò dopo pochi istanti ed in una mano teneva un frugoletto dalle striature dorate e gli occhi vispi. In quel momento ci rivelarono che si trattava di una femminuccia. Era bellissima con un musetto simpatico e dolce. L’uomo la introdusse in uno scatolone con una manciata di crocchette e ce la consegnò senza troppe cerimonie. Non sembrava intimorita dalla nostra presenza, nè disorientata o turbata dall’allontanamento della madre sembrava piuttosto spavalda e curiosa. Il distacco dalla madre non sembrava preoccuparla troppo. Nel tragitto verso casa in auto era più che altro interessata alle crocchette osservava incuriosita ciò che la circondava senza muoversi dallo scatolone. 

Arrivati a casa, ci rendemmo conto che ci mancava qualsivoglia attrezzatura necessaria ad un gatto, dalla sabbietta alle ciotole ai giochi. Inoltre, trattandosi di una gattina abituata a vivere all’esterno notammo che nel suo piccolo corpicino erano presenti alcune pulci. Come prima cosa ci recammo in un negozio per animali ed acquistammo tutto il necessario: cuccia, copertina, cibo, giochini, tira-graffi, guinzaglio, collare, ciotole, vaschetta con la sabbia e trasportino. Il secondo passo fu di recarci in farmacia per l’acquisto dell’antipulci ed una volta applicato, le pulci sparirono quasi istantaneamente. Infine, prendemmo appuntamento con il veterinario per espletare tutte le formalità del caso con la visita, la somministrazione dei vaccini, l’applicazione del microchip e l’assegnazione del nome che avevamo scelto da tempo se fosse stata una femmina: Mirtilla. 

Si adattò subito alla casa e a tutti noi. All’inizio ci fece divertire molto con i suoi comportamenti un po’ goffi e giocherelloni. In alcune circostanze ci faceva anche arrabbiare, quando improvvisamente si arrampicava sulle tende o infilava le sue unghie affilate in poltrone, cuscini e divani. Essendo così piccina, all’inizio la portavamo a passeggio al guinzaglio, nei paraggi di casa, senza particolari problemi salvo in alcune circostanze in cui faceva uscire la sua indole felina e si arrampicava in cima a qualche albero e impiegavamo molto tempo per farla ridiscendere. Adottammo il guinzaglio per circa sei mesi. Pian piano poi provammo a liberarla sotto il nostro controllo vigile ma ben presto Mirtilla ci fece capire che desiderava avventurarsi al di là dei confini del nostro giardino. In seguito decidemmo di installare una gattaiola in modo che Mirtilla potesse uscire ed entrare autonomamente in casa. Per diverso tempo ancora, utilizzammo la gattaiola aperta solo durante il giorno mentre la tenevamo chiusa la notte in modo che Mirtilla restasse in casa nelle ore notturne. Solo recentemente, dopo due anni, abbiamo iniziato ad assecondare le sue necessità di uscire anche la notte, ed ora la porticina rimane sempre aperta con la speranza che non incappi in qualche disavventura spiacevole. Lei però preferisce ancora dormire in casa, anzi, la maggior parte della notte, continua a dormire nel suo cesto nella nostra camera da letto, salvo qualche notte, per lo più in estate, decidere di voler uscire, alle prime luci dell'alba, fare un giretto sui tetti e rientrare nell'arco di un'oretta per rimettersi a dormire. Per ora è tutto, nuove info in un prossimo post. Miao!😽                                                                                                       🐾😻🐈




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